1504-2019: la Parrocchia attraverso i secoli

Pubblicato giorno 23 marzo 2019 - In home page

Correva l’anno 1504 quando Niccolò Pandolfini, vescovo di Pistoia dal 1474 al 1518 (uno degli episopati più lunghi della storia diocesana pistoiese), visitò l’ecclesia S. Petri de domo Episcopi: si tratta della più antica visita pastorale alla chiesa di san Pietro apostolo in san Pierino Casa al Vescovo di cui si abbia notizia e, da allora, molte altre visite sono state effettuate, al punto che è lecito pensare che dal 1504, o da un anno di poco precedente, la comunità cristiana locale si sia configurata come parrocchia autonoma e l’oratorio esistente sia stato considerato chiesa parrocchiale.

E’ nel solco di questa storia secolare che si colloca la visita pastorale effettuata dal vescovo Fausto alla nostra parrocchia, nella settimana dal 4 al 10 marzo, con l’incontro del lunedì sera con gli operatori pastorali e la Messa della I domenica di Quaresima.

Così come l’identità della parrocchia, anche la visita pastorale è cambiata nei secoli, pur mantenendo la stessa natura e la stessa finalità: dal nostro punto di vista, essa è servita a farci sentire comunità cristiana, fraterna e missionaria, porzione della chiesa che è in Pistoia; la coincidenza con l’inizio della Quaresima, ci ha permesso di vivere l’incontro con il Vescovo come una prima stazione quaresimale.

I laici presenti alla riunione del lunedì hanno sottolineato il senso di famiglia allargata che si vive in questa parrocchia e, al tempo stesso, la sua omogeneità; l’attenzione a tutte le fasce di età per la formazione alla fede; la passione educativa per adolescenti e giovani messa in campo attraverso l’oratorio, come auspicato dal recente Sinodo dei Vescovi; la sensibilità alla storia (proprio in questi giorni, a proposito della prossima apertura degli archivi vaticani sul pontificato di Pio XII, papa Francesco ha detto espressamente che la Chiesa ama la storia), come testimoniano i recenti incontri di approfondimento su figure come Bachelet, La Pira, Moro e su temi come quello delle leggi razziali; la volontà di responsabilizzare, attraverso il coinvolgimento degli stessi laici nell’attuazione della pastorale parrocchiale, attingendo alla loro preparazione ed alle loro qualità umane, professionali e spirituali.

La dimensione fraterna di questa realtà ecclesiale è emersa anche dall’accoglienza riservata a tante famiglie, con figli in età di catechismo, che vivono fuori dal nostro territorio, a dimostrazione che l’alleanza tra parrocchie spesso nasce dal basso; i giovani e gli educatori presenti hanno manifestato la gioia dell’appartenenza ad una comunità che investe molto sulle nuove generazioni, attraverso l’iniziazione cristiana, l’oratorio settimanale e mensile, i campi estivi ed invernali.

La dimensione missionaria è stata presentata non soltanto alla luce della suddetta apertura, ma anche attraverso la cura di un giovane nigeriano che da anni ci frequenta ed attraverso la presentazione del secondo viaggio di cooperazione internazionale che una giovane, nata e cresciuta in mezzo a noi, farà a fine marzo in Ghana, per portare aiuto a tanti bambini e ragazzi ospiti di una struttura di accoglienza.

Il vescovo Fausto ha definito una cosa bellissima il senso di famiglia ed il clima sereno che ha colto, alla luce del fatto che la parrocchia non è una struttura o un club, ma una comunità ed un organismo vivente; a suo avviso, ogni parrocchia deve mantenere un volto familiare e popolare e chi entra in contatto con essa deve trovare il calore dell’accoglienza e l’impatto con persone amiche.

Il Vescovo ha continuato dicendo che la presenza dei giovani in una parrocchia come questa è una benedizione e che con loro è necessario reinventarsi ogni anno ed ogni giorno; una benedizione è anche la presenza di un gruppo di Azione cattolica e la formazione permanente, a livello spirituale e culturale, perché la parrocchia, come soggetto ecclesiale, è prima di tutto questo: una comunità dove ci si forma e si cresce.

La celebrazione eucaristica della domenica ha permesso a tutti di iniziare con gioia la Quaresima, tempo liturgico favorevole al rinnovamento spirituale e segno sacramentale della nostra conversione.

Come ogni seconda domenica del mese, i bambini ed i ragazzi del catechismo, con animatori e catechisti, hanno vissuto la mezza giornata di oratorio ed il vescovo ha potuto salutarli nei locali che da ormai sette anni sono stati adibiti ad attività a favore, soprattutto, di adolescenti e giovani, vedendo anche gli spazi all’esterno, liberati dalle strutture abusive (342 mq) lasciate in eredità dalla gestione del vecchio circolo Mcl.