I racconti evangelici non ci permettono di ricostruire con esattezza la cronologia della settimana santa: la loro finalità, infatti, è di tipo teologico e non può ridursi alla cronaca di alcuni fatti, per quanto di centrale importanza. La liturgia della Chiesa, però, ci educa a fare memoria degli ultimi giorni della vita di Gesù seguendo il Signore passo dopo passo, dall’ingresso in Gerusalemme, nella domenica delle palme, al giorno dopo il sabato, Pasqua di risurrezione. Anche le ore degli ultimi giorni sono scandite, pur senza una precisione assoluta. I primi tre Vangeli concordano nel dire che la vigilia del sabato, venuta l’ora sesta (mezzogiorno), si fece buio su tutta la terra fino all’ora nona (le tre del pomeriggio). E all’ora nona Gesù gridò a gran voce: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. L’evangelista Luca aggiunge: E Gesù, esclamando a gran voce, disse: “Padre, nelle tue mani affido il mio spirito”; detto questo, spirò. La sepoltura di Gesù è collocata poche ore dopo, venuta la sera; e l’evangelista Giovanni precisa che fu fatta subito perché era il giorno della Parasceve, cioè della preparazione del sabato, ed i Giudei non permettevano che i corpi rimanessero sulla croce in giorno di festa. L’ultimo riferimento temporale riguarda il giorno dopo il sabato: gli evangelisti riferiscono che, passato il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, cioè la nostra domenica, al sorgere del sole, le donne andarono al sepolcro, lo trovarono vuoto ed ebbero una visione di angeli, i quali dissero loro: “Voi cercate Gesù, il Nazareno, il crocifisso, non è qui, è risorto”. È questo l’annunzio della domenica di risurrezione, è questo il terzo giorno che noi professiamo nel Credo: “Il terzo giorno risuscitò dai morti”. La domenica di Pasqua è il terzo giorno che tutti noi cerchiamo, è il giorno perfetto, il giorno della pienezza, il giorno del riscatto, della libertà ritrovata, della vittoria della vita sulla morte, il giorno della beata speranza. Tutti noi lo sperimenteremo in maniera definitiva quando Cristo tornerà nella gloria e risorgeranno i nostri corpi mortali. Ma ciascuno di noi chiede di poterlo pregustare fin da ora: in questo periodo di pandemia, nel quale contiamo i giorni dell’isolamento o della guarigione, in vista di una faticosa ripresa delle nostre buone abitudini, di una normalità non più banale e di relazioni interpersonali rinnovate, chiediamo al Signore della vita di farci intravedere e di farci vivere “il terzo giorno”, quello che Lui ci ha guadagnato con la sua morte e risurrezione, trasformando in gioia perfetta i lutti e i dolori del mondo. Sinceri auguri di una santa Pasqua a voi ed alle vostre famiglie