Alle fine dell’Oratorio Estivo (pensieri di un animatore)

Pubblicato giorno 10 luglio 2016 - In home page

Ed eccomi qua, come ogni giorno, a casa, stanco ma soddisfatto. Certo che il nostro è davvero un modo originale di iniziare le vacanze scolastiche: potresti dormire, come non ti è stato possibile per un anno intero ed invece, sveglia di buon’ora, colazione veloce, e poi di corsa in Parrocchia, prima che arrivino i bambini dell’oratorio estivo. Beh, anche loro, quanto ad alzarsi presto non ci vanno di scartina … ancora l’orologio non segna le otto e trenta e già qualcuno ha iniziato a giocare al Parco della Madonnina e le altalene sono da tempo in movimento. Anche oggi è andata davvero bene, sia come attività che come numero dei partecipanti: tanti “marmocchi” a volte chiassosi, a volte arrabbiati, quasi sempre allegri e gioiosi: ne siamo usciti indenni !!! Scherzi a parte, l’oratorio estivo è per me uno dei periodi più belli dell’anno e nessun compenso per i nostri sacrifici potrebbe essere più prezioso di questa maglietta da animatore, tutta piena di firme, raccolte come da tradizione al termine di questa avventura, che non indosserò più per non doverla lavare e correre il rischio di veder cancellati questi autografi, più preziosi, perché no, di quelli delle più famose rock stars. Da domattina potrò alzarmi senza impegni e gestirmi in libertà le ore della giornata, ma so già che appena aperti gli occhi, questi correranno a cercare la sveglia, con la paura di aver fatto tardi per l’inizio delle attività e so altrettanto bene che, alla paura, si sostituirà la nostalgia: la nostalgia del ritrovarsi con gli altri e subito ripassare insieme la scenetta provata già il pomeriggio precedente, per non dimenticarsi la parte …  sperando che il compagno che è in scena con te non ti incasini le cose andando a braccio con la sua. La nostalgia di quei piccoli occhi attenti e di quell’applauso che ti fa capire che si sono divertiti alle tue battute. La nostalgia delle attività preparate dalle educatrici, che non capisco mai come facciano ad essere capaci di unire così bene il gioco con l’argomento catechistico del giorno. La nostalgia di quelle merende consumate in cucina, con i dolci o le schiacciatine donate dai genitori, con un occhio attento a che la situazione fuori non degeneri e con uno sbuccione che prima o dopo sappiamo di dover disinfettare. La nostalgia dei giochi, che ci mettiamo l’anima ad organizzare affinchè siano insieme divertenti e sicuri, e poi il punteggio finale, decretato al termine di un breve consulto: tanto lo sappiamo che nessuno si ricorderà tra una settimana se apparteneva alla squadra campione o all’ultima classificata. E poi, l’appuntamento del pomeriggio per preparare la giornata successiva, perché appena finito un incontro non ti puoi rilassare, ma devi preparare già il successivo. Ecco, una delle cose che desidererei maggiormente è aver fatto capire ai bambini quanto è bello, divertente e gratificante essere un animatore. Chissà chi di loro tra qualche anno avrà la fortuna di vivere le nostre emozioni. Via giù, adesso mi concedo qualche giorno di riposo … in fondo me lo sono meritato. Chissà che impressione mi farà giovedì prossimo, quando tornerò per il consueto incontro settimanale all’oratorio, vedere i vestiti di scena ancora attaccati ai porta abiti. Chissà se ripenserò a Bernardo, a Don Orazio, a Giubi e Lea, a Guendalina ed a tutti i personaggi della storia dei Giubilei che abbiamo rappresentato, o se invece già mi domanderò come potrebbero essere riutilizzati quest’inverno, ogni seconda domenica del mese, quando da ottobre metteremo in scena la storia dello Hobbit, ovviamente adattata alla Parola del Signore. Perchè ormai lo abbiamo imparato dal nostro inno che bisogna  “… lasciare tutto indietro ed andare, partire per ricominciare” e che “ non c’è niente di più bello di un miraggio”. Anche perché, “per quanta strada ancora c’è da fare …”, ameremo sempre, seppur con nostalgia, il finale!!!