Siano sempre con il Signore !

Pubblicato giorno 27 dicembre 2020 - In home page

Siano sempre con il Signore !

 

Nel corso del 2020, sono morti 14 parrocchiani: Loriano, Roberto, Alfredo, Rita, Loredano, Osanna, Alda, Gaia, Ilo, Giuliana, Luigina, Alice, Marusca, Alfredo.

Affidiamo questi nostri fratelli e queste nostre sorelle, insieme a tutti i nostri cari defunti, alla misericordia di Dio: la luce della fede ci permetta di guardare al giorno della morte come al dies natalis, il giorno della vera nascita, la nascita al cielo.

Per far questo, meditiamo una bella pagina scritta da san Cipriano, vescovo e martire (III secolo).

Ricordiamoci che noi non dobbiamo fare la nostra volontà, ma quella di Dio, come il Signore ci ha comandato di pregare quotidianamente. Quanto è assurdo e inutile il fatto di non obbedire all’istante al cenno della sua volontà, quando Dio ci chiama a sé e ci trae fuori da questo mondo! Anzi opponiamo resistenza e recalcitriamo, e come servi ostinati siamo condotti al cospetto di Dio tristi e addolorati, in quanto ci allontaniamo da qui costretti dai vincoli della necessità e non obbedendo con gioia all’assenso di una libera volontà: in più vogliamo anche essere ricompensati con i doni celesti da Dio, dal quale ci rechiamo pure malvolentieri. Allora perché preghiamo e supplichiamo che venga il regno dei cieli, se ci piace così tanto rimanere prigionieri sulla terra? […]

Piuttosto, fratelli carissimi, con mente serena, fede incrollabile e animo grande, siamo pronti a fare la volontà di Dio. Cacciamo la paura della morte, pensiamo all’immortalità che essa inaugura. Mostriamo con i fatti ciò che crediamo di essere.
Dobbiamo considerare e pensare spesso che noi abbiamo rinunziato al mondo e nel frattempo dimoriamo quaggiù solo come ospiti e pellegrini. Accettiamo con gioia il giorno che assegna ciascuno di noi alla nostra vera dimora, il giorno che, dopo averci liberati da questi lacci del secolo, ci restituisce liberi al paradiso e al regno eterno. Chi, trovandosi lontano dalla patria, non si affretterebbe a ritornarvi? La nostra patria non è che il paradiso. Là ci attende un gran numero di nostri cari, ci desiderano i nostri genitori, i fratelli, i figli in festosa e gioconda compagnia, sicuri ormai della propria felicità, ma ancora trepidanti per la nostra salvezza. Vederli, abbracciarli tutti: che gioia comune per loro e per noi! Che delizia in quel regno celeste non temere mai più la morte; e che felicità vivere in eterno!
Trattato Sulla morte (Cap. 18. 24. 26; CSEL 3, 308. 312-314)

 

                                                                    il Vostro parroco, don Michele