Quest’anno abbiamo deciso di proporre a tutti i bambini del catechismo la storia tratta da Il Piccolo Principe, il racconto di Antoine de Saint-Exupery (1900-1944), pubblicato il 6 aprile 1943.
La seconda domenica del mese, i ragazzi dell’oratorio mettono in scena un episodio di questa favola e gli educatori presentano attività e giochi attraverso i quali i più piccoli possono cogliere messaggi e valori cristiani per la loro vita.
Avvicinandoci al Natale, viene spontaneo fare un collegamento tra il Piccolo Principe e Gesù Bambino, tra il pianeta dal quale il personaggio letterario proviene ed il Regno di Dio.
E’ chiaro che questa lettura cristiana non è proposta dall’autore, ma noi crediamo che il Natale di Gesù dia consistenza e verità ai valori umani racchiusi nel libro: l’amore, l’amicizia, la cura, il rispetto, la bellezza, la memoria, l’autenticità sono tutti elementi che si trovano nel cuore dell’uomo e che Gesù è venuto a rafforzare, rendendoci capaci di viverli con il suo aiuto e la sua grazia.
L’asteroide B612, cioè il pianeta del Piccolo Principe, con le sue dimensioni ridotte, poco più di una casa, ci rimanda al Regno di Dio, che Gesù è venuto ad instaurare sulla terra e che porterà a compimento alla fine dei tempi, quando tornerà nella gloria: per accogliere il Regno di Dio anche noi dobbiamo farci piccoli, vivere con fede, riscoprire l’interiorità, amare gli altri, affidarci al bambino di Betlemme come al nostro vero “Piccolo Principe”, Lui che nascendo e dando la vita per noi ci ha reso veramente figli, belli perché creati a sua immagine e somiglianza, capaci di amore, di amicizia, di cura, di rispetto, di memoria e di autenticità.
Il Piccolo Principe, all’inizio della storia, chiede all’aviatore-autore: “Di quale pianeta sei?”: anche noi rispondiamo a questa domanda, dicendo che siamo del pianeta Terra, ma che il nostro vero pianeta è il Regno dei cieli, il tesoro che sperimentiamo nella persona di Gesù.
Auguro a tutti che la gioia del Natale ci faccia riscoprire il gusto dell’amicizia (“E’ triste dimenticare un amico”, scrive l’autore della nostra storia), ci renda responsabili nei confronti degli altri, attenti alla loro unicità ed aperti alle realtà eterne: L’essenziale è invisibile agli occhi.
“Dio Padre ci ha strappati dal dominio delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo amato Figlio, nel quale abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati. Egli è l’immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione” (Colossesi 1, 13-15).
il Vostro parroco, don Michele