La Pasqua di Gesù è questione di vita e di morte, di sofferenza e di gloria, di smarrimento e di salvezza, di umanità e di eternità.
Per l’apostolo Paolo, la vera chiave d’interpretazione della morte del Cristo è la risurrezione: “Egli è morto, anzi, è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi” (Rm 8, 34).
Il cardinale Gianfranco Ravasi scrive: “Morte e risurrezione costituiscono, così, un mistero unitario da non scindere, pena la riduzione del Cristo alla sua sola umanità, sia pure eroica (la morte), o alla sola divinità, separata e lontana dall’uomo (la gloria pasquale). E’ solo attraverso quell’annuncio di morte che può fiorire la risurrezione, è solo attraverso la croce che si giunge alla proclamazione della fede pasquale”.
Anche quest’anno, come comunità cristiana, vogliamo ripeterci che Gesù è morto ed è risorto per noi, perché possiamo passare dalla schiavitù del peccato alla vita buona, dalla tristezza della morte alla gioia della gloria di Dio.
Accogliamo Gesù, il crocifisso-risorto, come il povero per eccellenza e come il missionario del Padre che ci dona lo Spirito Santo, lo Spirito di vita.
Anche noi cerchiamo di vivere da missionari, non nel senso di renderci disponibili a viaggiare, a spostarci ed a predicare il Vangelo, ma nel senso di metterci nelle condizioni di dare la vita, soltanto per amore.
La grazia della Pasqua ci raggiunga nella nostra esistenza quotidiana, a partire dalle nostre famiglie.
il Vostro parroco, don Michele