L’albero del catechismo

Pubblicato giorno 21 dicembre 2020 - In home page

Erano i primi giorni di ottobre quando “l’albero del catechismo”, posto fuori dall’ingresso dall’Oratorio parrocchiale di san Pierino Casa al Vescovo, improvvisamente rifiorì. Nessun miracolo, per carità: a rinnovare di colori i secchi e morti rami, verniciati pietosamente di bianco e donati da una famiglia del paese, non erano i fiori, né tantomeno le foglie, ma variopinti bigliettini nei quali i bambini ed i ragazzi della parrocchia festeggiavano la ripresa degli incontri da tanto tempo sospesi. “Vedete – spiegavano i catechisti – questo albero è magico! E’ autunno e, mentre i suoi simili si spogliano in prossimità dell’inverno, lui rifiorisce perchè con voi qui ritorna la primavera”. Nessuno poteva immaginare, o forse sì, ma non volevamo pensarlo, che della primavera quei giorni di ottobre rappresentassero “l’ultima neve” e che, rimanendo in clima cinematografico, i titoli di coda (o per i più ottimisti, l’intervallo) del catechismo in presenza stessero per scorrere. Il tempo, o meglio il covid, ha imposto invece la sua amara volontà… peccato! Sì, peccato per gli sforzi fatti per far svolgere gli incontri in massima sicurezza dividendo i bambini in tanti gruppi ristretti, ognuno con la propria aula ed il percorso studiato appositamente per raggiungerla in maniera autonoma dagli altri gruppi. Peccato per il non facile lavoro di don Michele di riannodare i fili con tutte le famiglie (dopo molti mesi ed un’estate in mezzo), formare i gruppi, trasmettere a tutti quanti la tranquillità nella presenza. Peccato per le catechiste, i catechisti ed i giovanissimi collaboratori che con passione ed un pizzico di eroico coraggio avevano dato la piena disponibilità a riprendere gli incontri. Le celebrazioni, per fortuna, sono ancora consentite e grazie ad esse rimane la possibilità di vedersi con i ragazzi, ma non è la stessa cosa, come non sono la stessa cosa gli incontri sul web che si stanno organizzando, incontri finalizzati soprattutto a rimanere in contatto ed a trasmettere per lo meno quei messaggi che possono essere inviati “a distanza”, senza però l’empatia che soltanto un incontro faccia a faccia può consentire. Cosa resterà di questo periodo? Speriamo, anzi siamo sicuri, non solo le negatività, ma anche le piccole grandi cose che siamo comunque riusciti a concederci: di questo autunno prigioniero rimarrà, infatti, anche il ricordo della Confermazione di sei giovanissimi. La celebrazione si è tenuta l’8 novembre, confortati da un bel pomeriggio assolato che ha permesso lo svolgimento della Messa nel piazzale dell’oratorio; e state pur certi che il distanziamento non ha avuto la meglio sulle emozioni e sulla magia dell’evento. E poi resterà lui, il nostro alberello, colorato con parole di gioia, a cui la fede garantisce un futuro, chiassoso ritorno, simbolo di una resilienza contro una pandemia destinata a rimanere solo uno sgradito, lontano ricordo.