
Ci avviciniamo all’incontro di approfondimento del Vangelo, fissato per lunedì 15 febbraio; il primo appuntamento ha avuto come tema l’introduzione al Vangelo secondo Luca, l’evangelista che ci accompagnerà durante quest’anno.
Riportiamo, in sintesi, alcuni spunti di riflessione sui quali ci siamo confrontati nel Tempo di Natale.
Il Vangelo di Luca è stato scritto, secondo la maggioranza degli esegeti, tra gli anni 80 e 90, come quello di Matteo e, comunque, dopo la distruzione di Gerusalemme (70 d.C.); esso si deve ad un cristiano di provenienza pagana, un colto ellenista che si rivolge ad ambienti cristiani di cultura greca.
Luca è sempre stato considerato l’evangelista più raffinato sotto l’aspetto letterario. Egli ha saputo mettere a servizio della Parola le sue non comuni doti di storico e di letterato; dimostra di possedere bene la lingua greca fin dal prologo; non usa però il greco della letteratura classica, ma quello popolare; egli sa adattare con intelligenza il messaggio evangelico alla cultura ellenistica, allora diffusa in tutto l’impero romano. Ultimamente, studi filologici più accurati hanno ridimensionato la valutazione positiva della capacità letteraria di Luca, a causa della presenza di semitismi, latinismi e frasi ineleganti per un orecchio greco.
Nonostante il suo interesse storico, anche Luca è innanzitutto “evangelista”: egli intraprende il lavoro come un vero storico, cercando di ordinare il vasto materiale, raccolto da più fonti e da informazioni personali, in un racconto continuo; per questo preferisce usare il termine “narrazione”, anziché “evangelo”. Tuttavia, più che di redigere una biografia storicamente precisa della vicenda terrena di Gesù, Luca si preoccupa di rendere testimonianza al suo messaggio di salvezza, interpetando i fatti allo scopo di suscitare e consolidare la fede in lui.
La storia della salvezza è il tema principale dell’opera lucana: Dio, che nel Primo Testamento ha offerto la salvezza al popolo d’Israele, continua a realizzarla attraverso l’opera di Cristo e della Chiesa, animata dallo Spirito Santo.
Il vocabolario del terzo Vangelo dimostra l’interesse per questo tema: i termini “salvezza” e “salvatore” ricorrono soltanto in Luca (4 e 2 volte + 6 e 2 in Atti) e non negli altri Vangeli sinottici (Matteo e Marco).
La centralità del tema emerge sin dal vangelo dell’infanzia (1,69.71.77; 2,10-11.30): anche nei capitoli successivi è sottolineato “l’oggi” della salvezza (19,5.9-10; 23,43).
Dopo il prologo (1,1-4), inizia il vangelo dell’infanzia (1,5-2,52): si tratta di una sezione caratteristica, accuratamente strutturata, densa di contenuti dottrinali, che presuppongono una prolungata riflessione nella comunità sul mistero della persona di Cristo.
La struttura letteraria è molto accurata: l’evangelista, ispirandosi probabilmente ai modelli biografici ellenistici, stabilisce un interessante confronto tra la figura di Giovanni e quella di Gesù, per rilevare la superiorità di quest’ultimo.
Nelle sette scene che compongono il vangelo dell’infanzia si riscontrano due dittici, quello degli annunzi e quello delle nascite: 1) annunzio a Zaccaria; 2) annunzio a Maria; 3) visita di Maria ad Elisabetta; 4) nascita, circoncisione, imposizione del nome a Giovanni; 5) nascita, circoncisione, imposizione del nome a Gesù; 6) presentazione di Gesù al tempio; 7) ritrovamento di Gesù nel tempio.
Nel vangelo dell’infanzia sono anticipate alcune tematiche che stanno a cuore all’autore.
Luca rilegge la comparsa del Cristo alla luce dell’evento pasquale, ispirandosi a numerosi testi del Primo Testamento, per sottolineare l’iniziativa divina in vista della salvezza universale; esiste una mirabile continuità tra l’AT ed il NT, quale espressione di un unico progetto salvifico di Dio, che ingloba tutta la storia e tutta l’umanità.
Tutta la vita di Gesù è orientata verso Gerusalemme (9,51-19,27) ed il tempio (1,9; 2,22; 24,52-53), per attuare la missione di salvezza ricevuta dal Padre.
Altro tema caratteristico del vangelo dell’infanzia è costituito dall’azione dello Spirito Santo (anche in Atti 1-5).
Al contrario del racconto di Matteo, contrassegnato da un clima di tensione e di persecuzione, l’infanzia di Gesù, in Luca, è dominata dal motivo della gioia messianica per la nascita del Salvatore.
Il racconto lucano, inoltre, è caratterizzato da un’intensa atmosfera di lode a Dio per le meraviglie da lui compiute e dalla preghiera delle persone semplici, che rivivono lo spirito dei poveri di Javhè dell’AT. Matteo menziona accanto al neonato di Betlemme personaggi importanti, ma a lui ostili; Luca, invece, ricorda soltanto persone umili.
L’incontro di formazione si è concluso con alcuni cenni sull’origine del vangelo dell’infanzia e con un confronto tra il racconto dell’infanzia in Matteo ed in Luca.
Prossimi appuntamenti:
Lunedì 15 febbraio, ore 21.15: Le tentazioni di Gesù nei Vangeli sinottici.
Lunedì 7 marzo, ore 21.15: il processo contro Gesù nei Vangeli.