Ottava di Pasqua

Pubblicato giorno 17 maggio 2020 - In home page

L’evangelista Giovanni, in questa ottava di Pasqua, ci presenta due apparizioni ai discepoli da parte di Gesù risorto: la prima, la sera del giorno della risurrezione; la seconda, otto giorni dopo. In entrambe le circostanze, Giovanni nota che Gesù si presenta mentre i discepoli sono in casa, a porte chiuse: già questo particolare ci fa sentire familiare il presente brano del vangelo, visto che anche noi, in queste settimane, spesso stiamo chiusi in casa. Ma ciò che ce lo rende ancora più vicino è, a mio avviso, la figura dell’apostolo Tommaso, il quale, nella prima occasione, la sera di Pasqua, non è presente e risponde in maniera fredda all’entusiasmo degli altri discepoli che hanno visto il Signore, dicendo: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo”. Da qui, la fama che Tommaso si è acquistato di modello degli increduli, una sorta di patrono dei materialisti. Eppure, il comportamento dell’apostolo è molto diverso da quello di chi non crede e non si fida di una persona, in questo caso di Gesù. Infatti, Tommaso non fa la scelta di abbandonare gli altri discepoli, considerandoli dei bugiardi: anzi, rimane con loro , in casa (quasi un precursore dell’hastag  “Io resto a casa”) e, proprio per questo, otto giorni dopo, cioè la domenica successiva alla Pasqua, riceve la visita di Gesù risorto, il quale sembra tornare appositamente per lui: “Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!”. La risposta di Tommaso rappresenta la più bella e completa professione di fede del Nuovo Testamento: “Mio Signore e mio Dio”. Il termine “Signore ” fa riferimento al fatto che Gesù è risorto ed è il Signore della vita e della morte; il termine “Dio” riconosce la divinità del maestro Gesù. Ecco dove sta la grandezza di Tommaso: nel saper aspettare Gesù in casa, insieme agli altri discepoli, come chiesa, e nel saper riconoscere che il Risorto non è un’idea o un fantasma, ma il Vivente. Oltre a chiedere al Signore di farci pregustare “il terzo giorno”, chiediamogli oggi di tornare a cercarci, come ha fatto con Tommaso, “otto giorni dopo”, cioè anche quando ci capita di essere assenti o di non vivere a pieno il giorno di Pasqua e la Pasqua annuale. Se quest’anno l’isolamento e l’assenza delle celebrazioni in chiesa ci hanno reso più difficile fare la Pasqua incontrando Gesù risorto, chiediamo a san Tommaso di intercedere per noi, non come patrono degli i increduli, ma come protettore dei “ritardatari” e di tutti coloro che, nonostante i dubbi, sanno aspettare e riconoscere in Gesù il loro Signore ed il loro Dio. Buona domenica e buona settimana a voi ed alle vostre famiglie