Sabato 7 maggio i cresimandi, accompagnati dai loro catechisti, si sono recati presso il Santuario di Valdibrana, per attraversare una delle due Porte Sante della nostra Diocesi ( l’altra è presso la Cattedrale). Il pellegrinaggio è stato la tappa finale di una serie di incontri aventi come tema l’Anno Santo straordinario voluto da Papa Francesco. Nel corso della visita, i ragazzi hanno potuto letteralmente toccare con mano il sasso su cui, nel 1360, la S. Vergine apparve ad una pastorella. L’intero racconto è riportato nella scheda consegnata ad ognuno dei partecipanti: ci piace riportarla integralmente su questo sito anche perché essa inserisce la storia dell’immagine di Valdibrana nel contesto delle vicende che stavano accadendo in quegli anni nel nostro paese:
Ogni pellegrinaggio ha naturalmente una partenza ed un arrivo ed anche questa storia non può che prendere il via dal nostro paese, San Pierino Casa al Vescovo, da cui pochi minuti fa tutto ha avuto inizio. Per capire dove siamo, occorre fare un salto indietro nel tempo quando, tra la fine del 1100 e gli inizi del 1200, si costruisce a San Pierino una casa di campagna nei terreni della Chiesa, dove il Vescovo possa ritirarsi nei periodi estivi e turbolenti (secondo una tradizione, fu costruita dove oggi risiedono ed hanno l’attività Marco Nanni e la Rosella ).
Tra il 1284 ed il 1303, il Vescovo Andrei decise di venire ad abitare in questa casa di campagna a causa dei tumulti e delle sollevazioni anticlericali che rendevano insicura la sua permanenza in città.
Quando Sua Eccellenza Andrei decise che era venuto il momento di tornare a Pistoia, la casa restò vuota.
I primi decenni del ‘300 furono molto sanguinosi per il territorio pistoiese. E’ difficile pensare che la nostra casa di campagna possa essere sfuggita alle devastazioni. Forse proprio per questo che anche in epoca successiva, quando fu ripristinata, non fu più ritenuta in grado di offrire un riparo sicuro al Vescovo, che quindi ritenne più utile fosse affittata a famiglie di contadini.
Come se non bastasse nel 1348 ci fu un’epidemia che decimò la popolazione di Pistoia
Negli stessi anni a Valdibrana , siamo nel 1360, Maria, figlia di Biancone da Lippe, pascolava il gregge affidatole dal padre, quando sul far della sera si accorse di aver smarrito due pecorelle; dopo una vana ricerca, temendo di tornare a casa senza di quelle, sfinita dalla fatica, si adagiò sopra un ciglio e fu colta dal sonno. Addormentatasi le apparve una Signora vestita di bianco, che le disse con voce soave: «Alzati, prendi le tue pecorelle e torna tranquilla a casa; vieni a visitarmi spesso: io ho qui la mia dimora».
Ritornata di buon mattino a casa, raccontò l’accaduto al padre, che decise di recarsi insieme alla figlia sul luogo dove aveva visto la Signora; tuttavia, dopo accurate ricerche non trovarono che un vecchio muro diroccato, su cui restavano tracce di pittura e, non prestando la dovuta attenzione all’esiguo particolare, pensarono di fare ritorno alla loro casa.
La notte seguente però la Signora apparve di nuovo alla fanciulla, rimproverandola perché non era andata a visitarla; le intimò anche di riferire al Parroco che nel ciglio, su cui ella si era riposata, si trovava una sua effigie, che doveva essere liberata dai rovi e dalle spine, nonché dalla terra che la ricopriva, nascondendola dallo sguardo umano.
Poiché anche suo padre ebbe la stessa visione, entrambi ritennero giusto informare il Parroco della vicenda. La pastorella decise di precederli sul luogo e quando il padre e il Parroco arrivarono la videro inginocchiata a parlare. Poiché non videro nessuno, le chiesero con chi parlasse; la fanciulla rispose che stava dialogando con una Signora che teneva in braccio un bambino; compresero che si trattava della Vergine Maria.
Il padre allora tagliò i pruni e gli sterpi e, dopo aver scavato, riportò alla luce un antico dipinto, su cui era raffigurata la Madonna con in braccio il Figlio, alla destra San Sebastiano e alla sinistra San Rocco; accanto a questa effigie rinvenne anche una croce di legno.
La Madonna di Valdibrana, per volontà divina è riuscita a vincere le barriere del tempo e a conservarsi pressoché intatta (nel 1650 si scoprì sul dipinto la seguente iscrizione: «Valerio Virgilio Ciappini dipinse l’immagine il 22 Luglio 1263»), perché potesse generare nei credenti un profondo sentimento di unione con Dio, quando nella cappellina del Santuario, custode dei numerosi ex-voto dei fedeli, tocchiamo con mano il sasso su cui la Madonna apparve alla giovane pastorella.
Difatti, in seguito alla miracolosa apparizione e alla fama del prodigioso ritrovamento, accorsero fedeli da ogni parte, cosicché in questa valle cominciarono ad echeggiare i canti dei pellegrini, che sempre più numerosi si innalzavano in onore della Madre di Dio. Nel 1363 Biancone insieme ad altre tre famiglie del luogo decise di costruire un Oratorio ed erigere un altare davanti alla sacra immagine, rimasta nel punto esatto in cui era stata scoperta; sorse così la prima chiesetta campestre che, rivelatasi insufficiente ad accogliere i molti pellegrini, subì nel corso del tempo vari lavori.
Il più importante fu quello realizzato nel 1650, che ingrandì notevolmente l’Oratorio; degno di nota è anche l’operato ultimato nel 1905, grazie alla cooperazione di 53 popoli della diocesi, che portò all’odierna costituzione del Santuario.
“Se lei ti protegge non cadi.. “ e infatti coloro che invocano la Madonna di Valdibrana con lo slancio del cuore ricevono il suo soccorso. Secondo la tradizione, mentre si scavavano i fondamenti dell’Oratorio, un povero cieco che passava di lì, sentito che in quel luogo era stata ritrovata la veneranda immagine, si prostrò a terra e dopo aver pregato ardentemente Maria, recuperò immediatamente la vista.
Questo fu il primo di una lunga serie di miracoli che tuttora continuano a verificarsi in questo santo luogo, quando i devoti della Vergine Maria,si rivolgono con fede a Lei, madre generosa che non smette mai di testimoniare il suo grande amore per i figli afflitti.
Al termine della visita, una gradita merenda a base di gelato ha anticipato il ritorno a San Pierino, in tempo per presenziare alla S.Messa del sabato.